Dopo un 2023 segnato da un lieve calo nell’export a valore e da difficoltà sul mercato interno a causa dell’inflazione, il 2024 si prospetta positivo per il vino italiano.
Secondo uno studio condotto da Nomisma Wine Monitor, dopo un 2023 segnato da un lieve calo nel commercio e da difficoltà sul mercato interno a causa dell’inflazione, nel 2024 l’export del vino nostrano sta superando gli 8 miliardi di euro, con una crescita del +4%, trainata dagli spumanti, in particolare dal Prosecco, che rappresenta ormai il 20% delle esportazioni totali.
I principali mercati in crescita per l’export di queso prodotto includono Stati Uniti, Canada e Australia per i vini spumanti, mentre i vini fermi registrano incrementi soprattutto in Nord America. Tuttavia, il commercio sta diventando sempre più diversificato, con nuovi acquirenti come Irlanda, Brasile e Tailandia che mostrano crescite a doppia cifra.
Non mancano però le incognite: l’aumento delle accise su alcolici in Russia e Regno Unito e i possibili nuovi dazi USA rappresentano rischi concreti. Questi fattori potrebbero influenzare non solo il mercato statunitense ma anche quello tedesco, già sotto pressione economica. Parallelamente, in Italia il settore continua a risentire del carovita; le vendite nei canali retail hanno subito un calo dell’1,5% nei primi nove mesi del 2024. Spiccano però le performance degli spumanti, che crescono in volume, grazie soprattutto a prodotti più economici rispetto alle bollicine Dop.